Il cardinal Bessarione e l’astronomia persiana

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Centro Tedesco di Studi Ven... LMU München


Category
Research Project


From May 01, 2018 to October 01, 2018


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Il cardinal Bessarione e l’... Institutions

Abstract

Dalla metà del XIV secolo, quando gli Ottomani cominciarono a conquistare gli ultimi territori dell'Impero Bizantino, alcuni dotti bizantini emigrarono in Italia, e Venezia fu una delle mete ambite. Le conoscenze che portarono con sé furono di beneficio anche per i dotti italiani. Venezia è in questo frangente un ponte tra culture occidentali e mediorientali, che permette di indagare il trasferimento del patrimonio culturale dei Bizantini verso l'Europa. Le relazioni di ambito scientifico tra i dotti bizantini e veneziani è un campo ancora poco esplorato e ancora da definire. Una risorsa decisiva per tale ricerca è la collezione di manoscritti del cardinal Bessarione nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. La parte più importante del patrimonio della scienza greca risiede in questi manoscritti, che Bessarione donò alla città di Venezia nel 1468.
Bessarione è uno dei dotti bizantini che si interesso di materie scientifiche, specialmente di astronomia. L'interesse di Bessarione per le opere di Tolomeo, soprattutto per l’Almagesto, è ben noto, ma recenti studi suggeriscono che il dotto studiò anche l'astronomia di tradizione persiana. Infatti, un suo manoscritto, il Marcianus graecus Z. 333, contiene un testo di astronomia persiana, con aggiunte importanti di Bessarione stesso. Si tratta dell’opera intitolata Παράδοσις εἰς τοὺς περσικοὺς κανόνας τῆς ἀστρονομίας, quindi Istruzioni per le tavole astronomiche persiane (di seguito Paradosis), un testo anonimo, composto poco dopo il 1352 probabilmente a Costantinopoli, per insegnare l'utilizzo di un sistema di tavole astronomiche stabilito da astronomi persiani. L'interesse del Cardinale per l’astronomia persiana è dimostrato non solo da questa copia: Bessarione possedeva altre copie della Paradosis in greco e una traduzione latina, che è tràdita dal manoscritto Marcianus latinus VIII 31 (databile tra il 1408 e il 1422). L'importanza della Paradosis a Bisanzio è testimoniata dalla qualità dei manoscritti che consegnano questo testo e dai dotti che lo hanno copiato e modificato, vale a dire Isacco Argiro, Teodoro Meliteniote, Giovanni Cortasmeno, oltre a Bessarione, i quali sono tra più importanti dotti bizantini dei secoli XIV e XV.
Il testo greco della Paradosis è pubblicato nella mia dissertazione (edizione critica, editio princeps) e verrà confrontato con la traduzione latina. Il manoscritto Marcianus latinus VIII 31 verrà esaminato nella sala di lettura dei manoscritti della Marciana. I nuovi dati verranno inseriti e discussi nel contesto del mondo accademico bizantino e veneziano del XV e XVI secolo. I risultati di questo studio contribuiranno a una migliore comprensione della transizione del sapere scientifico da Bisanzio a Venezia. Questo contributo è interdisciplinare e si muove nelle aree di ricerca degli studi bizantini, della storia della scienza e della storia di Venezia.

Alberto Bardi, Bizantinistica (LMU München, Prof. Dr. Albrecht Berger)

gabriella.traviglia@unive.it / info@venezia86.it