Becoming Byzantium: Imitating and Imagining the East in Venice (ca. 1150–1350)

Institutions 1

Centro Tedesco di Studi Ven...


Macro area
Arts, Recreation and Music


Category
Research Project


From August 01, 2016 to March 31, 2018


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Becoming Byzantium: Imitati... Institutions

Abstract

a mia ricerca si situa al valico tra testi, immagini e architettura. L’attuale progetto si occupa dello scambio di disegni, forme e stili (ca.1150–1350) tra Venezia e le regioni dell’impero bizantino (in particolare Balcani, Grecia settentrionale e Costantinopoli). Basandomi su tre gruppi di oggetti – mosaici, sculture e architettura – esamino il modo in cui i veneziani hanno affrontato la cultura visiva bizantina. Oltre ai palazzi, le due chiese rimaste sull’isola di Torcello ed esempi isolati della scultura funeraria la Basilica di San Marco con le sue opere musive e le sue sculture costituisce il principale oggetto della mia ricerca. A San Marco, l’atteggiamento di Venezia verso Bisanzio con tutti i suoi mutamenti nel corso dei secoli, è stato scolpito nella pietra.
I Veneziani attingevano a una ricca varietà di forme, che andavano dalla tarda antichità fino al periodo tardo-bizantino. Sulle opere, spesso semplicemente indicate come “veneto-bizantine,” non è stato fatto sufficientemente chiarezza. Bisogna chiedersi quale rapporto ci sia stato tra le due entità e come esso sia cambiato nel tempo, cioè quale contributo sia da attribuire ai Veneziani stessi e come essi abbiano scelto i motivi tardo-antichi e bizantini, nonché quali variazioni siano state apportate ad essi.
L’analisi accurata dimostra che i Veneziani possedevano una conoscenza quasi scientifica della storia dell’arte bizantina imitando non solo delle singole opere e forme, ma creando inoltre delle opere totalmente nuove. In tal modo hanno “ampliato” il corpus della storia dell’arte bizantina. Questa maniera dei pittori veneziani di operare con grande conoscenza storica rendeva difficile distinguere se si trattasse di opere tardo antiche o bizantine o di creazioni realizzate nella città lagunare.
Oltre a queste problematiche di datazione deve essere messa in discussione la stilizzazione di Venezia come città islamica da parte di ricerche recenti. Nonostante l’uso occasionale di forme Fatimidi (come ad esempio le patere e formelle sui muri dei palazzi) la produzione visiva è stata guidata come forza trainante dall’attenzione enfatica alle forme greche.

Armin Bergmeier, Storia dell’arte bizantina (Università di Lipsia)

gabriella.traviglia@unive.it / info@venezia86.it